STORIE DI LEONESSE: QUATTRO CHIACCHIERE CON GALA IRENE RIOS

Dall’amore incondizionato per la sua Córdoba sino alla Serie A1 Italiana. Tutta la passione per la pallamano della Pivot classe 2001 Argentina. Andiamo alla scoperta di Gala Irene Rios, tra la “generación dorada” sino al suo approdo a Sassari in maglia LIONS Handball Sassari 2012.

Come è nato l’amore tra te e la a pallamano?
Da bambina praticavo nuoto, hockey o anche basket, ma poi all’età di 15 anni ho iniziato a giocare a pallamano in un momento della mia vita dove mi servivano stimoli, e ho trovato in questo sport lo sfogo perfetto per le mie emozioni e questo ha fatto si che diventasse una ragione di vita per me.

Quali sono le principali differenze tra l’Argentina e l’Italia?
Sicuramente la passione che mi ha trasmesso la mia Córdoba è impagabile, le atlete non sono retribuite e l’amore per questo sport va oltre il portafogli. In Italia e in Europa entra in gioco l’aspetto economico e la vera fortuna è che possa diventare un lavoro a tutti gli effetti.

Raccontaci il “sogno europeo” che ti ha portato a Sassari.
Il cammino è stato lungo, nella mia città ho cambiato quattro squadre per ricercare sempre il miglior livello possibile. Sin da subito ho avuto il desiderio di andare il Europa, la mia famiglia mi ha sempre trasmesso grandi valori sportivi, e l’unione con la pallamano mi ha permesso di coronare il sogno. Sono arrivata in Italia a 21 anni, l’anno scorso ho giocato in Serie A2 Italiana e ho potuto iniziare a toccare con mano questa realtà, ma ora con l’arrivo a Sassari posso realmente capire quale è il mio livello.

Che differenze di gioco trovi in Serie A1?
Nonostante in Sicilia abbiamo vinto una promozione e ho imparato a conoscere la pallamano italiana, penso che la principale differenza sia la fisicità, specialmente quella delle grandi squadre che trovi in A1, unita alla qualità di alcuni giocatori sposta gli equilibri.

Passaggio da un’isola all’altra: Come è stato l’approccio con la città di Sassari?
Assolutamente sì! Il calore della Sardegna è incredibile, è paragonabile a quello dell’Argentina e mi sono sentita subito a casa, specialmente grazie alle persone locali che trasmettono grande passione. A Sassari ho trovato una grande famiglia, le mie compagne mi hanno aperto le porte della loro vita e hanno fatto in modo che non sentissi la nostalgia di casa mia e mi sono stati accanto ancora di più durante i quattro mesi lontano dai campi. C’è anche un bel legame con i giocatori della Verdeazzurro e questo rende ancora più bello giocare a questo sport.

Ti senti leader della tua squadra?
Siamo tutte delle leader! Io sono sempre sono sempre pronta a sacrificarmi per la mia squadra e provo sempre a togliere il massimo da me stessa e dalle mie compagne. In campo sono anche molto realista, se c’è bisogno di rimproverarsi è giusto dirsi tutto, solo e sempre per il bene della squadra, in modo da migliorare costantemente.

Quali sono i tuoi modelli di riferimento nel mondo dello sport?
Per me la “generación dorada” è stata un modello di ispirazione incredibile, specialmente atleti del calibro di Emanuel Ginóbili e Luis Scola, che hanno vinto tutto contro i migliori, avendo un fuoco nell’anima che può solo farti innamorare dello sport.

Come influisce la tua provenienza sul tuo stile di gioco?
Sicuramente nel mio DNA c’è la voglia di non mollare mai e provo a metterlo in pratica in campo, vivo questo sport come una combattente, ogni partita è una guerra ed è bello poter dare anima e corpo nello sport. Parlando del mio gioco penso che, a livello difensivo, la fisicità è una qualità che posso sfruttare molto bene, ma anche la potenza nel tiro mi può aiutare in attacco.

Quali sono le tue passioni fuori dal campo?
Sono una persona solare, mi piace molto uscire con gli amici e vivere in allegria. La lettura è qualcosa che mi appassiona molto fuori dal campo, senza esclusione di genere, leggo sia libri sportivi, come ad esempio autobiografie di grandi campioni, fino al thriller, passando per i romanzi più classici.

Quali cambiamenti speri di vedere nel panorama della pallamano?
In effetti siamo ancora lontani dal reale valore di questo sport, non gli viene data la giusta visibilità che merita. Negli sport di blasone ormai la frequenza di contenuti anche di campionati minori è altissima; invece, se ci riferiamo a categorie al di sotto della serie A, la pallamano non viene considerata così tanto. Sarebbe importante fare tanti tornei internazionali, specialmente per le squadre di contorno che non hanno tanta notorietà, ma soprattutto per tutto il movimento dello sport della pallamano.

Fabrizio Cresci

Agenzia Uffici Stampa Directasport

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