ALLA SCOPERTA DI GIULIA CORDA, TRASCINATRICE DELLA VIRTUS CAGLIARI CHE RITROVA LA A2

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Trascinatrice, a soli 19 anni. La giovane classe 2005 Giulia Corda è stata tra le assolute protagoniste del ritorno in serie A2, dopo tre anni di purgatorio, della sua Virtus.

Cagliaritana doc, con alle spalle brevi esperienze nel nuoto e nella vela, ma sempre fianco a fianco con la sua amata pallacanestro. “La scintilla ad appena dieci anni la fece scoccare Franca Spila Spinetti all’Aquila – racconta – alla Virtus, invece, ho avuto ottimi allenatori come Anna Cocco e Nello Schirru”.

Fino a Fabrizio Staico, condottiero indiscusso di un gruppo che ha saputo crescere sino alla conquista del traguardo finale.

“Fabrizio è un allenatore particolare – spiega la giocatrice biancoazzurra, 15,8 punti di media in quasi 32’ di utilizzo e ben 95 punti complessivi nella corsa playoff – è una bravissima persona che ha lavorato duramente con tutto il gruppo. Personalmente in questi anni ha cambiato molto il mio gioco, mi ha reso più matura”.


Credeva, a inizio stagione, di poter incidere cosi tanto?
No, ma pensavo di poter crescere e di fare, anche tra le over, quanto facevo nelle giovanili.

Che tipo di giocatrice è?
Mi appoggio tanto sulle mie capacità fisiche, gioco molto d’istinto e mi piace coinvolgere le compagne.

Appena 165 cm e una caterva di rimbalzi, anche in attacco.
E’ vero, Mi butto nella mischia perché ho tanto grinta e voglia di giocare.

Cosa ha fatto la differenza in questa stagione?
Facile dire il gruppo, ma è proprio così. La squadra dell’anno scorso era più forte ma forse non altrettanto coesa.

Altro dato, è stato più incisiva nei playoff che nella stagione regolare.
Forse perché mi esalto davvero parecchio nella competizione. Penso sia questo il motivo.

Cosa sa delle serie A?
So che il livello è molto più alto ma credo di poterci stare. Sono molto emozionata per l’opportunità che avrò e all’idea di viaggiare tanto.

Oltre al basket gli studi di Economia. Un modello di giocatore, invece?
Uno che mi piace tanto è Nico Mannion, che ho seguito sin da quando giocava in NBA. Alla tv vedo però anche tanto calcio e tennis, lo sport che praticava mio nonno.

Dedica e ringraziamenti finali?
A tutte le persone che ci hanno sostenuto e alla mia famiglia. In particolare a mia mamma che in alcuni momenti ci ha creduto anche più di me.

Mauro Farris

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